Il Museo è ospitato nel quattrocentesco castello Orsini, dal 1674 proprietà della famiglia Ruspoli, ubicato nell’attuale piazza Santa Maria, corrispondente al lato nord-occidentale dell’acropoli della città etrusca, su cui insistono anche il loggiato cinquecentesco del palazzo Ruspoli e la chiesa omonima. Articolato su due livelli, espone con criterio cronologico, i materiali provenienti quasi esclusivamente dalle necropoli etrusche di Cerveteri: della Banditaccia a nord dell’area urbana, del Monte Abatone verso sud e della collina del Sorbo a sud ovest.
Nel cortile d’ingresso sono situati alcuni materiali lapidei, statue e frammenti architettonici di età etrusca e romana. Al piano terra l’esposizione inizia con i corredi tombali della necropoli del Sorbo, dell’età del Ferro (IX-VIII sec.a.C.), seguono quelli delle tombe a camera dal tumulo in località Casaletti di Ceri, del periodo orientalizzante, con ceramica locale (impasto e buccheri) e greca d’importazione, e di tombe a camera del VII e VI secolo a.C. provenienti dalle necropoli di Monte Abatone e della Banditaccia ricchissime di ceramiche locali e d’importazione e di numerosi e svariati oggetti di corredo. Al piano superiore continua l’esposizione cronologica, dalla fine del VI a.C. alla romanizzazione, dei materiali con l’eccezione della Collezione Odescalchi che comprende vasi etruschi e greci dall’età orientalizzante al IV secolo a.C. Si segnalano i vasi attici a figure nere e rosse, i vasi c.d.tirrenici, un esemplare di c.d.idria ceretana, un coperchio di sarcofago-cinerario in terracotta raffigurante un giovane in nudità eroica, terrecotte decorative e lastre fittili dipinte di produzione locale, le sculture in tufo, alcuni sarcofagi a cassone con tetto displuviato o con il coperchio occupato dalla figura recumbente del defunto.
Chiude l’esposizione una serie di corredi tombali databili tra il IV e il II sec.a.C. con ceramiche locali a figure rosse, a vernice nera sovradipinta, acroma, ecc., testimonianze del periodo immediatamente precedente e successivo alla romanizzazione. Orario:
Aperto dal martedì alla domenica dalle ore 8,30 alle ore 19,30 (la biglietteria chiude alle 18,30).
Chiuso il lunedì, inoltre 1 gennaio, 25 dicembre. Biglietto: intero € 6,00, ridotto € 3,00; cumulativo intero (necropoli + museo) € 8,00, cumulativo ridotto (necropoli + museo) € 4,00
Area Archeologica di Lucus Feroniae - Via Tiberina, km 18.500 - 00060
Telefono:
06/9085173
Il Museo, ubicato presso l’ingresso dell’area archeologica, si articola su due livelli. La sala introduttiva offre un inquadramento storico-topografico del sito archeologico, che deve la sua denominazione al santuario della dea italica Feronia, protettrice della salute e dei campi, molto venerata dagli schiavi e dai liberti.
Il santuario sorgeva in una località “di frontiera”, vero e proprio crocevia di culture, luogo di mercato e di frequentazione da parte delle genti falisco-capenati, etrusche, sabine e romane. Saccheggiata da Annibale nel 211 a C. ebbe un notevole impulso in età cesariana con la fondazione della Colonia Iulia Felix Lucus Feroniae, e ancora in età augustea. Fu anche sotto il patronato della celebre famiglia dei Volusii, di cui resta ancora oggi la testimonianza di una immensa villa romana (visitabile in parte all’interno dell’area di servizio “Feronia” dell’Autostrada A1).
Fra i reperti esposti, oltre ad un’ara con bucrani, si segnala un importante gruppo di statue onorarie, rinvenuto presso l’ Augusteum prospiciente la basilica del Foro cittadino, comprendente un bel ritratto di Augusto in sembianze giovanili (c.d. Actium Typus), una statua togata di Agrippa e altre otto statue acefale di togati e personaggi femminili panneggiati, membri della famiglia imperiale.
La seconda sala è dedicata al suburbio ed espone reperti di vario genere, tra i quali alcuni cippi miliari, materiali di provenienza funeraria ( iscrizioni, corredi sepolcrali) o dalle ville del territorio (elementi architettonici, materiali ceramici, di ornamento, ecc.). Alcuni pannelli didattici introducono la tematica del territorio, con la localizzazione delle numerose ville romane e la descrizione di alcuni degli impianti più significativi. Orari 8,30-19,30; chiuso lunedì, e inoltre 1 gennaio e 25 dicembre. Area archeologica mar-dom 8:30-tramonto. Ingresso gratuito
Palazzo Venturi, Corso Vittorio Emanuele II, 2 – 00063
Telefono:
06/9042924
Fax:
06/90159308
Il Museo, attualmente aperto solo l'ultima domenica del mese dalle ore 09,30 alle 13, è ospitato al primo piano del Palazzo Venturi (XVII sec.), sede del Polo Culturale del Comune. Istituito a seguito del rinvenimento e successivo scavo dei resti della mansio Ad Vacanas (stazione di posta romana), localizzata nella valle del Baccano, al km 31 della via Cassia, è stato inaugurato nel dicembre del 1989.
il Museo Civico Archeologico è attualmente ospitato nelle sale dell'ex Granaio Borghese, che è anche sede del Consiglio Comunale e di avvenimenti culturali. La collezione archeologica è formata dai reperti rinvenuti nell’abitato di Piano della Civita e dal materiale archeologico recuperato nel territorio comunale dal locale Gruppo Archeologico.
I materiali (ceramiche, decorazioni architettoniche fittili e marmoree, ornamenti, utensili ed armi metallici, iscrizioni, fistulae, monete, vetri, etc.), spesso conservati in forme intere e di particolare pregio, abbracciano un orizzonte cronologico che va dall’età neolitica a quella altomedioevale e consentono di cogliere in maniera esaustiva la storia del territorio circostante, le sue forme di sussistenza economica e la sua organizzazione territoriale.
Contestualmente alla realizzazione del museo si è lavorato alla musealizzazione dell’area archeologica, che è stata dotata di percorsi attrezzati, pannelli didattici e di un centro visite, soprattutto agli scavi di piano della Civita.
Palazzo del Comune, Piazza Vittorio Emanuele III, 1 - 00069
Telefono:
06/999120201
Fax:
06/9999848
Trevignano Romano accoglie nel Palazzo Comunale il Museo Civico Etrusco-Romano con i corredi ricchissimi di due tombe dalla necropoli dell’Olivetello: la tomba Annesi Piacentini e la tomba dei Flabelli scoperte negli anni ’60. I corredi comprendono materiale vascolare di impasto e di bucchero insieme ai manufatti in metallo: oro, argento, ferro e bronzo. Due anforoni orientalizzanti, unici nel loro genere, della fine del VII sec. a. C., raffigurano tra l’altro un corteo nuziale con un cocchio e due cavalli al passo, una pantera e dei fiori di loto. E’ presente anche un grande flabello di bronzo sbalzato, composto da trapezi concentrici, della metà del VII sec. a. C. ora logo del Museo. Scarsi frammenti di ferro magistralmente curati in una teca del Museo ci restituiscono un calesse e un cocchio, simboli di rango. Un raro reperto museale è costituito da una tomba dell’VIII sec. a. C. contenuta in un pane di terra ed appartenente ad un guerriero con il suo corredo delle armi. L’epoca romana comprende un cippo marmoreo con iscrizione e un delicato bassorilievo con tralci e grappoli d’uva. I disegni e le riproduzioni di oggetti, spesso così originali , fatti dagli alunni delle scuole ed esposti al Museo affascinano per l’amore per le cose antiche espresso dal mondo dei piccoli.
Ingresso gratuito.
Orario:
mart. - ven. 10-13
sabato 9-13; 15-19 (1 ottobre-31 marzo) 16-20 (1 aprile-30 settembre)
domenica: 9-13
Aperture straordinarie su prenotazione
Il Museo Archeologico Comunale di Segni è ospitato nell’antico Palazzo della Comunità, costruito nel XIII sec. nel cuore dell’antico centro storico, aperto al pubblico per la prima volta nel 2001, con un percorso espositivo dedicato alla città antica e di recente ampliato per accogliere le nuove acquisizioni riguardanti non solo la città, ma anche l’immediato suburbio, il territorio e, come una sorta di museo nel museo, la città medievale. Il percorso didattico, oltre a un’ampia e agevole pannellatura con plastici e ricostruzioni assonometriche, è arricchito da gruppi scultorei di notevole interesse, numerose iscrizioni sacre e funerarie, elementi architettonici decorativi e una vasta collezione di materiale ceramico d’età romana e medievale.
Segni conserva ancora oggi complessi archeologici, architettonici e pregevoli opere d’arte, che permettono di comprendere tanto la sua importanza strategica e la sua valenza economica, politica e culturale in epoca romana, quanto il suo ruolo centrale come capoluogo di Diocesi e sede prescelta da numerosi papi in età medievale.
Per le iniziative e gli eventi in corso consultare la sezione "eventi musei".
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dal 9 al 29 agosto l'orario d'apertura è il seguente: venerdì - sabato e domenica ore 16.00 - 19.30
Pratica di Mare (Borgo) - 00040 Pomezia. Via di Pratica snc
Telefono:
06/91984744
Fax:
06/91984744
Il Museo Archeologico, nato nel 2005, si trova in un edificio situato in località Pratica di Mare, presso il Borgo Medievale che occupa l'acropoli dell'antico centro di Lavinium, la città sacra dei Latini.
E' diviso in 5 sale tematiche: Tritonia Virgo, Mundus Muliebris, Hic Domus Aeneae, Civitas Religiosa, Aeneas Indiges.
Il Museo delle Navi Romane fu creato tra il 1933 e il 1939 per ospitare due navi imperiali appartenute all’imperatore Caligola (37-41 d.C.) recuperate nelle acque del lago di Nemi tra il 1929 e il 1931. Distrutte da un incendio nel 1944, il Museo è stato riaperto definitivamente alla fine degli anni ’80.
Nell’edificio museale sono esposti i materiali e la documentazione relativa agli scafi e alla storia del loro recupero.
Una sezione pre e protostorica espone materiali litici, reperti della media Età del Bronzo (XVI sec. A.C.) e dell’Età del Ferro (XI-VIII sec.a.C.) provenienti da insediamenti e necropoli dell’area dei Castelli Romani. Una sezione è riservata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale con particolare riguardo ad alcuni aspetti della religiosità. Vi sono esposti, inoltre, reperti provenienti dagli scavi al Santuario di Diana Nemorense e materiali di alta qualità artistica rinvenuti negli scavi di Ardea e dell’antica Satricum, tra cui terrecotte architettoniche e materiali ceramici provenienti da stipi votive. Vi è inoltre esposta parte della collezione archeologica del Castello Ruspoli di Nemi.
Palazzo Baronale, Orsini Borghese, Piazza del Palazzo, 3 – 00026
Telefono:
0774/46031
Fax:
0774/46582
Il Museo Oraziano di Licenza, ospitato nel Palazzo Baronale Orsini Borghese, faceva parte di quei numerosi musei civici formatisi dopo l'Unità d'Italia.
Voluto dal prof. Angiolo Pasqui, Direttore degli Scavi di Roma e del Lazio Antico, per conservare gli oggetti rinvenuti, negli anni-tra il 19ll e il 19l5, nello scavo della vicina villa che Mecenate, protettore di artisti e letterati, donò tra gli anni 33-32 a.C. al poeta latino Quinto Orazio FIacco (65-8 a.c.), fu allestito in una piccola sala con volte a crociera poggiate su quattro pilastri, appositamente restaurata in modo da ricreare per il visitatore un'atmosfera "adatta", fortemente caratterizzata dall'allestimento museale.
La raccolta era esposta in modo "affastellato" secondo un metodo espositivo tipico del museo post-unitario italiano. Nella sala del vecchio nucleo ed in quelle attigue è possibile visitare la mostra "In Sabinis. Architettura e arredi della villa di Orazio" allestita in occasione del Bimillenario Oraziano e parte di un progetto più ampio di riallestimento del museo, nel più attento rispetto della straordinaria testimonianza museale dei primi del '900.
La visita è resa agevole dalla presenza di numerosi pannelli didattici, ampiamente illustravi del materiale, della villa di Orazio, della storia del museo e del territorio. Tra i materiali esposti si segnalano: elementi architettonici in marmo come capitelli corinzi di lesena, lastre di rivestimento parietale con decorazioni incise a motivi geometrici, un lacunare di soffitto, pezzo di notevole e raffinata fattura proveniente da uno dei portici, decorato al centro da un cespo di foglie d'acanto tra le quali si alternano ranocchie e piccoli granchi dentro conchiglie; parte di statua maschile a tutto tondo, una delle poche sculture rimaste, destinate probabilmente all'arredo esterno della villa, e materiali vari: fistole acquarie di piombo con i nomi degli Officinatores, lucerne, monete, vasi di ceramica comune, a pareti sottili, in sigillata italica e africana, frammenti di vetri di finestre e di recipienti di vetro soffiato, oggetti di uso quotidiano come spatole, pinzette, aghi crinali in osso, fuseruole, pesi da telaio e oggetti di ornamento personale.
Tra i quadretti con campionature varie di stucchi e pavimenti in opus spicatum di laterizio e di mosaico sono esposti, ancora nell'ambiente originario, i numerosi pannelli con frammenti di affreschi. L'esposizione delle pitture è corredata da una prima ricostruzione grafica dei soggetti raffigurati ed una prima campionatura dei principali motivi decorativi. Chiusura: lunedi
Orario: 10.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00